Percezione visiva e integrazione visuo motoria

L’ optometria riguarda da sempre i problemi visivi funzionali, che producono limitazioni nella percezione visiva dell’individuo e trova da tempo applicazione nel trattamento dei disturbi nell’apprendimento, occupandosi dei disordini visivi connessi. Questa figura fornisce un valido contributo valutativo del soggetto, attraverso uno studio accurato di come l’individuo governa, gestisce e coordina il proprio sistema visivo in relazione all’ambiente circostante.

 

 La valutazione della percezione visiva

L’ indagine, in un primo momento, fornisce una valutazione sulle:

  1. Capacità oculomotorie: permettono di mantenere  l’ attenzione sullo stimolo integrando abilità di inseguimento e saccadi coinvolte nella lettura;
  2. Capacità fusionali: permettono un integrazione sensoriale degli input visivi, gli stimoli  visti separatamente sono integrati in una percezione unitaria;
  3. Capacità accomodative:  permettono l’ identificazione degli stimoli alle diverse distanze;
  4. Equilibrio Binoculare: permette un’integrazione motoria e di coordinazione dei due occhi.

In un secondo momento, fornisce una valutazione che riassume i dati fondamentali per comprendere come l’informazione visiva è integrata ed elaborata. La percezione visiva può essere definita come il processo cognitivo dato dall’ integrazione tra l’input sensoriale visivo e l’esperienza dell’individuo.

Abilità visuo percettive

Secondo una classificazione riportata da Horibe e Haymore, optometriste statunitensi, le abilità visuo-percettive si dividono in:

  1. Abilità visuo spaziali, suddivise in:
    • Lateralità, intesa come consapevolezza della parte destra e sinistra del proprio corpo;
    •  Direzionalità, ovvero la capacità di identificare la parte destra e sinistra nello spazio e nella  relazione fra gli  oggetti;
    •  Integrazione bilaterale, cioè l’abilità di utilizzare i due  emicorpi sia separatamente che simultaneamente;
    • Abilità che sembrano essere sequenziali, nel senso che se non è presente una buona lateralità, non può essere presente una buona direzionalità, ne tanto meno una buona integrazione bilaterale.
  2. Abilità di Analisi, suddivise in:
    • Riconoscimento della forma: capacità nel riconoscere e discriminare similitudini e differenze fra le forme;
    • Distinzione tra figura-sfondo: capacità di distinguere un significato visivo in un contesto visivo;
    • Costanza di forma e misura: abilità di riconoscere la caratteristiche di una forma anche se modificate nella dimensione, localizzazione ed orientamento;
    • Chiusura visiva: capacità di completare, con la mente, un oggetto mancante di alcune parti;
    • Memoria visiva: capacità di ricordare uno stimolo visivo nella sua localizzazione spaziale;
    • Memoria visiva sequenziale: facoltà di richiamare sequenze di stimoli nella giusta successione;
    • Visualizzazione mentale: capacità di creare immagini mentali di oggetti, situazioni e sensazioni e di manipolarle con la mente;
    • Velocità di percezione visiva: capacità di maneggiare nell’elaborazione visiva un certo numero di informazioni.
  3. Abilità di integrazione suddivise in:
    • Integrazione visuo-uditiva: capacità di integrare stimoli visivi ed uditivi nella produzione di un significato;
    • Integrazione visuo-grossomotoria: abilità di integrare le informazioni visive con le informazioni del sistema grosso motorio;
    • Integrazione visuo-motoria fine: abilità di integrare le informazioni visive con l’aspetto motorio fine (in particolare con l’aspetto grafico).

Volendo riassumere in un continuum le componenti il processo visivo, possiamo così riepilogarle:

  • Acuità visiva, nitidezza delle immagini
  • Motilità oculare, controllo dei movimenti oculari
  • Binocularità, abilità di coordinazione dei due occhi
  • Accomodazione, focalizzazione
  • Campi visivi, visione periferica
  • Integrazione visuo-motoria, la visione guida il movimento intelligente del cor
  • Elaborazione dell’informazione visiva, trarre un significato da ciò che si vede
  • Memoria visiva, ricordare ciò che si è visto

 

Test visuo percettivo

Con questo test si ha una valutazione delle abilità visuo-percettive di base ed una valutazione prettamente visuo-motoria o “comportamento motorio guidato visivamente”.

Il TPV è una batteria di otto subtest che misurano abilità percettive visive diverse ma collegate fra loro . La batteria è adatta a bambini di età compresa fra i quattro ed i dieci anni. Essendo un test evolutivo è necessario rapportare il risultato grezzo con le tabelle normative, per poi ottenere dei punteggi standard, ranghi percentili ed età equivalenti. Il dato interessante in questa rivisitazione è che ogni subtest è classificato come test con elevato o limitato coinvolgimento motorio.

I subtest per la percezione visiva

I contenuti dei singoli subtest sono così espressi:

  • Coordinazione occhio-mano
  • Posizione nello spazio
  • Copiature e riproduzione
  • Figura sfondo
  • Rapporti spaziali
  • Completamento di figura
  • Velocità visuo-motoria
  • Costanza della forma

Grazie al miglioramento delle capacità dello sviluppo percettivo, il soggetto arriva a fornire una risposta differenziata a stimoli a cui inizialmente reagiva in modo indifferenziato. I disturbi visuo-spaziali costituiscono un eterogeneo complesso di disabilità attinenti all’ area non linguistica. L’optometrista, attraverso determinate procedure di training e strategie promuove l’integrazione degli input visivi con le altre vie sensoriali per migliorare la percezione e creare nuovi livelli di performance.
Articolo di Massimiliano Parmini Dottore in Ottica Optometria

 

Vuoi approfondire su percezione visiva e integrazione visuo motoria?

Puoi leggere l’articolo come potenziare le abilità visuo-percettive  del nostro consulente scientifico dottor Francesco Fanottoli.